Social network e web: se ci sei allora esisti!

socialSocial Network e Web

Il web, strumento prezioso che ci viene in aiuto quando non ricordiamo una data, un significato, quando dobbiamo cercare idee o magari un lavoro. Per molti web significa principalmente social network, quasi azzerando le sue molteplici potenzialità. La massiccia presenza nei social e la dipendenza che ne è nata, ha cambiato notevolmente le abitudini e la vita della maggior parte di noi. Basti vedere come business e politica, consapevoli del valore mediatico raggiunto dai social, usino questi canali per comunicare con la gente.

Chiunque oggi abbia uno smartphone è perennemente connesso. Per giovani e meno giovani, essere sui social network sembra il mezzo per rendere tangibile la propria esistenza. I social da un lato abbattono muri generazionali, dall’altro purtroppo danno spazio a cattivo gusto e scarso buon senso, arginabili forse da criteri e regole più appropriate, non ancora formulate.

A volte penso che Umberto Eco avesse ragione quando affermava: “internet ha dato voce a una legione di imbecilli” riferendosi in primis al ruolo che dovrebbero avere giornali e giornalisti, nel verificare le informazioni. Questa sua affermazione è però, ben applicabile anche a quanto viene pubblicato sui social media, che spesso risponde a fatica a criteri etici e di semplice “buon senso”. Come diceva Eco “chi parlava a sproposito al bar veniva messo a tacere”, sui social purtroppo la logica è un’altra: dire qualcosa, giusto o sbagliato, permette, ahimè, di esistere.

E’ pur vero che grazie a social, app e web, molte persone si sentono meno sole, commentano o interagiscono superando le loro paure, schermate da un display. Alcuni trovano il coraggio di dire o fare cose che nella realtà probabilmente eviterebbero. Ma stiamo parlando di un mondo virtuale, pericolosamente illusorio.

Le medaglie hanno sempre due facce, e se da un lato social network, app e web hanno molteplici aspetti positivi, dall’altro a mio avviso, spesso rendono la comunicazione virtuale una distorsione della realtà.

Non a caso il professor Vittorino Andreoli, noto psichiatra e scrittore, vede i social media come una compensazione per chi ha una percezione disfunzionale della realtà, con difficoltà a distinguere il virtuale dal reale. A suo dire “i social sono un bisogno di esistere perché siamo morti”. Parole forti che però delineano un problema sociale, fatto di solitudine e isolamento.

social“No social” Il valore della presenza

Ammetto che a volte mi sento “antica” se penso come la tecnologia abbia cambiato la nostra vita, nel bene e nel male, e provo nostalgia di quella fatta di persone, valori e contatti. L’attesa di una lettera, la sorpresa di un biglietto d’auguri, la gioia di una telefonata, una chiacchierata vera: sembrano cose d’altri tempi eppure succedeva fino all’altro ieri.

Grazie a internet, app e tecnologie innovative, possiamo restare in contatto con amici e famigliari lontani, vederli in tempo reale e condividere con loro ogni cosa immortalata in una foto o in un video. Questo sicuramente aiuta, ma la presenza è un’altra cosa e pensare che queste pillole virtuali possano sostituirla, mi sembra al quanto azzardato.

Per questo guardo con interesse e gioia quanto si sta evidenziando in questi anni come il ritorno alla natura, uno stile di vita più semplice e naturale, la riscoperta di se stessi, la socializzazione “reale”. Sembra che l’aspetto umano rivendichi il suo valore e il suo spazio, nel tentativo di lasciare alla tecnologia il ruolo di strumento.

Per me essere presenti significa innanzi tutto, essere allineati con la propria anima. In ascolto di noi stessi e di chi ci circonda. Non è casuale che da anni sempre più persone si avvicinino a discipline olistiche e a percorsi di crescita personale. Meditazione e yoga spesso sono preferiti a training sfrenati nelle palestre. Immersi quotidianamente nel frastuono, abbiamo bisogno di silenzio, di calma, di staccare per ritrovarci in una dimensione più umana e meno tecnologica.

Credo che un uso più consapevole del web e dei social network sia l’indirizzo da seguire. Gli strumenti digitali, devono essere usati in quanto tali, cogliendone tutti i vantaggi, senza volersi sostituire alla vita reale.

socialAfferma la tua esistenza con la tua presenza

Ricorda che esisti a prescindere dal tuo profilo sui social, perché interagisci con le persone. Del resto la vita è fatta di relazioni “reali”: con il buongiorno al fornaio, le due chiacchere con chi ti prepara il caffè al bar, la carezza a tuo figlio, lo sguardo amorevole a tua madre, la tua presenza a fianco di un amico. Gli esempi sono molteplici, ma perchè ciò avvenga serve la tua presenza fisica e mentale.

Se sei continuamente distratto dalle notifiche di social network e app, pensa che al lavoro questo ti fa diventare meno produttivo ed efficiente, mentre nella vita sociale ti rende assente. Così facendo togli valore a te stesso e agli altri.

Comincia ad usare anche tu la tecnologia in modo più consapevole.

Concediti del tempo da dedicare a te stesso, alla tua famiglia, agli amici, alle tue passioni. Inizia a modificare le tue abitudini condividendole con i tuoi amici, affinché diventino sfida e al tempo stesso patrimonio comune. Sarai sorpreso dell’impatto che può avere nella tua vita un simile cambiamento.

Se vuoi qualche spunto il web è un prezioso strumento formativo e informativo: usalo! Trovi molteplici proposte per favorire la crescita personale, migliorare la comunicazione con gli altri o per avere un rapporto più efficace con i tuoi supporti digitali.

Ad esempio: tacitare le notifiche di social e app, controllare e rispondere alle email solo in orari stabiliti, sono alcuni consigli che Tim Ferriss indica per rendere le giornate più produttive e trovarti con tempo libero da dedicare a te stesso o a ciò che desideri.

Da valore a te stesso e a chi ti circonda.

Pensi anche tu sia possibile usare la tecnologia, senza esserne dipendendenti?

Lascia un tuo commento, non vedo l’ora di leggerlo qui sotto 🙂

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Prenditi una pausa: è ora del digital detox!

detoxSe vuoi sopravvivere alla dipendenza da ogni apparecchio digitale, devi provare il digital detox. Cellulare, tablet e Pc  sono ormai una nostra estensione naturale, siamo sempre connessi ai social network e sembra sia impossibile vivere senza controllare mille volte le email. Hai bisogno anche tu di una pausa?

Prova il digital detox, spegni tutto e prenditi una pausa da tutta la tecnologia che ti circonda e connettiti con te stesso. Vai nella natura, respira profondamente e rinasci carico di energia.

detoxIl mondo digitale è prezioso, ma anche fonte di distrazione da ciò che è essenziale nella tua vita professionale e personale. Il digital detox è, per certi versi, un modo per educarti ad un uso più positivo della tecnologia. Comincia col programmare qualche ora al giorno, una giornata a settimana o addirittura una vacanza vissuta completamente offline e ti sorprenderai dei vantaggi che ne puoi trarre.

Grazie a una passeggiata al parco scopri di respirare meglio, che la tua mente si alleggerisce per diventare poi più creativa e produttiva. Puoi notare che la qualità del sonno migliora come anche la tua postura. I tuoi pensieri sono più chiari, positivi e le relazioni con gli altri più serene.

Nel terzo millennio, il digital detox risponde all’esigenza di molti di riappropriarsi del tempo che i social network monopolizzano, privandolo a se stessi, alla famiglia, alla vita sociale “vera”.

Puoi disintossicarti e quindi vivere offline, mettendo in pratica alcuni semplici accorgimenti come: spegnere ogni dispositivo almeno un’ora prima di andare a dormire, impostare l’out of office della email quando non lavori, meditare, fare yoga, un’attività fisica dolce o leggere.digitalDedicarti del tempo ti consente di guardare in modo più critico la tua attività online, creare delle priorità al fine di ridurre le distrazioni e lavorare in modo più efficiente ed efficace. Limitare le distrazioni digitali significa eliminare tutto ciò che in qualche modo è tossico, ti crea ansia, fastidio come certe pagine o profili. Facendo un po’ di pulizia, sei più focalizzato sul tuo lavoro e vivi meglio.

Il digital detox è già diventato trendy, e non mancano proposte interessanti di vacanze in eremi, abbazie o resort ad hoc in località meravigliose per farti vivere al meglio la tua esperienza disintossicante.

Se vuoi saperne di più ti consiglio il libro di Alessio Carciofi in cui puoi trovare validi consigli per imparare a gestire in modo più equilibrato la tua vita “digital”.

Tu che digital detox scegli?

Prima di andare in pausa 🙂 lasciami un commento, sarò felice di leggerti

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Cambiare prospettiva basta per realizzare un cambiamento?

cambiareTi ripeti spesso che è ora di cambiare?

So cosa vuol dire, capita anche a me, pensi che un lavoro diverso, un’altra città o paese sia la risposta per farti stare meglio e farti sbocciare. Hai considerato di provare a cambiare il tuo punto di vista?

Siamo per lo più proiettati verso l’esterno, perciò è normale che le nostre analisi riguardino l’ambiente che ci circonda sia lavorativo che sociale. Trovare una colpa fuori di noi è più facile e ci esclude da ogni processo dove invece noi siamo il fulcro.

Guardarci dentro è faticoso: è necessario essere sinceri ed eliminare strati di maschere e corazze. Questo è però l’unico modo per far emergere noi stessi. Prima di stravolgere la propria vita con decisioni radicali, vale la pena soffermarsi un attimo e guardare dentro noi stessi.

Come consiglia Lucia Giovannini in Crea il lavoro che vuoi, porci domande come: “cosa mi emoziona veramente fare” o “che valore posso aggiungere a quello che già faccio”, sono apparentemente semplici, ma consentono di aprirci a nuove realtà. Dare uno sguardo al nostro cammino individuando i momenti più significativi della nostra vita, sia positivi che negativi, ci fa scoprire talenti, competenze, ma anche valori e sentimenti per noi imprescindibili.

Prima di cambiare fermati e ascolta

cambiarePersonalmente ho fatto del cambiamento quasi uno stile di vita, in questo momento però ho sentito la necessità di fermarmi per fare il punto della situazione. In questo mondo che va sempre più veloce, fermarsi e dedicarsi del tempo diventa un regalo che tutti dovremmo farci ogni tanto.

Quando ti senti insoddisfatto, stressato e non riesci a vedere nulla che giri come vorresti: fermati, respira profondamente e prova a sentirti. Come dice Marco Montemagno, mettiti in ascolto di quella vocina dentro di te, il tuo “alleato” che vuole solo il meglio per te e ti aiuta a rimetterti in careggiata quando ti perdi. E’ incredibile scoprire quanto poco basti per sentirsi meglio e più motivati semplicemente alleandosi con noi stessi.

Questo alleato infondo è la nostra anima e per stare bene abbiamo bisogno di essere allineati con essa. C’è chi sceglie la meditazione, ma può bastare anche respirare in modo profondo e consapevole per ritornare nel qui e ora.

Riconnettersi con te stesso è il primo passo per fare ordine nei tuoi pensieri. Ogni giorno elaboriamo circa 60.000 pensieri e molti di essi si ripetono costantemente. Per trovare più equilibrio e chiarezza considera la qualità di questi pensieri e modifica quelli che difficilmente ti possono aiutare a vedere quante opportunità ti circondano.

In questo viaggio in te stesso, puoi scoprire che cambiare il tuo approccio al lavoro che già fai, o alle relazioni con gli altri, può fare la differenza che cercavi per sentirti di nuovo motivato.

Oggi il web offre moltissimi spunti per favorire la crescita personale: da manuali di auto-coaching a corsi o webinar con i maggiori guru del momento. Scegliere a volte è complicato, ma navigare in questo mare di informazioni può sicuramente ispirarti e farti trovare ciò che meglio risuona per te. Leggi, rifletti e poi comunque decidi con il tuo cuore e la tua testa.

Da un po’ di tempo le proposte online sono incentrate proprio su questi due argomenti: crescita personale e crescita professionale. Due aspetti strettamente connessi. Solo se stai bene con te stesso, se sai riconoscere le tue emozioni e controllarle puoi comunicare con gli altri in modo più efficace ed essere più produttivo.

Il successo personale quindi parte da te, dalla tua capacità di comunicare, di relazionarti con gli altri e creare un ambiente sano per te e per chi ti circonda.

Questo è anche quello che cercano le aziende, sempre più consapevoli che la produttività e l’efficienza aumenta se le persone al lavoro sono soddisfatte e “felici”.

I diversi percorsi che puoi trovare online e offline sono orientati a renderti più consapevole di te stesso, vivere nel qui e ora, operando le scelte più giuste per te, che non è detto siano le più facili. Nei corsi e nei libri puoi trovare spunti e strumenti, ma ricorda che il lavoro più tosto spetta a te.

Nel crescere, non essere troppo severo con te stesso, accogli ogni tua parte, abbi pazienza, il che significa prenditi il tempo necessario ed accetta di fare anche solo un piccolo passo per volta verso i tuoi obiettivi. Celebra ogni piccolo successo e non mollare, abbi fiducia in te stesso.

Cambiare non significa sempre mollare tutto e ripartire da zero, ma cambiare te stesso e la prospettiva da cui guardare ogni cosa per sentirti libero e rinnovato. I tuoi talenti, le tue competenze insieme alle tue passioni sono la bussola per il tuo successo personale e professionale.

Il mondo sta cambiando a velocità supersonica ed è naturale essere talvolta disorientati, cambiare il nostro approccio alla vita nella sua interezza, credo sia la strategia migliore per affrontare ogni cambiamento.

Se può esserti utile ti consiglio di seguire Cecilia Sardeo, fondatrice di Mindvalley Italia e molte altre aziende. Cecilia è una carica di energia allo stato puro che regala generosamente spunti interessanti per la crescita personale e professionale che penso possano donare luce anche a te.

Lasciati ispirare dal cambiamento cominciando da te 🙂

Se ti ritrovi fra queste righe, sarò felice di leggerti qui sotto.

cambiare

Cambiare tra sfida e rinnovamento

Cambiare

Cambiare vita, lavoro, città. Per alcuni parlare di cambiamento sembra un’eresia, per altri è normale. Per me cambiare è un bisogno che affiora ciclicamente anche quando non mi è chiaro dove andare e cosa fare.

Forse è capitato anche a te di sentire la necessità di cambiare qualcosa o tutta la tua vita, quella strana sensazione di disagio o di insofferenza che porta il tuo sguardo e il tuo cuore alla ricerca di qualcosa di diverso.

Quando un ciclo si sta chiudendo e la routine comincia ad essere noiosa comincia proprio così: mal di stomaco, malessere generale, insoddisfazione, orticaria, mentre si fa strada il bisogno di aria nuova e nuovi stimoli.

Se guardo alla mia vita il cambiamento è l’elemento che mi caratterizza. Curiosa di natura, ho affrontato ambienti lavorativi fra loro molto diversi, città e paesi a volte lontani. Non so se all’inizio la decisione è stata dettata da irresponsabilità o sia stata solo la risposta naturale alla mia necessità di vivere nuove esperienze. Oggi nonostante tutto sono felice di quanto ho vissuto, mi ha aiutato a crescere, ad aprirmi al mondo senza pregiudizi o preconcetti, ed acquisire competenze che spesso non trovi nei libri.

Non è stato sempre facile, ogni volta è stata un po’ una sfida. Iniziare da zero, destreggiarsi in ambienti che affronti per la prima volta è stato stimolante, ma anche accompagnato da dubbi e paure. Comunque ti posso garantire che preferisco mille volte quelle sensazioni a quel che provo quando sono in una fase di transizione verso un nuovo cambiamento.

Quando decido di cambiare parto con grande convinzione e una certa eccitazione. Sono sicura che il mio salto nel buio valga la pena, sono pronta ad affrontare qualche difficoltà perché ne sarò ripagata.

cambiareUscire dalla mia zona di comfort l’ho sperimentato più volte. Spesso mi serve del tempo per trovare il coraggio di lasciare un lavoro che mi da soddisfazioni, ma che non risponde più alle mie esigenze. Coraggio perché quando esci da una zona di comfort, dove tutto è sotto controllo, ti rimetti in gioco, talvolta pensi di non avere tutte le carte in regola per affrontare questo mondo che cambia a una velocità supersonica. Ma lo fai lo stesso, anche se l’eccitazione, ha lasciato il posto ai dubbi e alla paura.

 

“Il cambiamento non è mai doloroso. Solo la resistenza al cambiamento lo è.”

                                                                                                                               Buddha

Quando il cambiamento chiama devo ascoltarlo. Questa volta l’esigenza di riprendere contatto con me stessa, mi ha fatto lasciare il lavoro e un buon stile di vita. Ho cominciato un percorso che sentivo necessario: cercavo delle risposte e, sai bene che, la maggior parte di esse possiamo trovarle solo in noi stessi.

Quando inizi a cambiare parte della tua vita, la paura a volte ti paralizza finché non ti rendi conto che sei tu che la crei e la alimenti. La paura non esiste nella realtà, ma solo nella nostra testa. In questi anni ci sono voluti numerosi libri e seminari di crescita personale per capirlo, però è la verità. Spesso siamo bloccati dalla paura di non essere abbastanza competenti, abbastanza preparati, abbastanza qualificati, ma questi limiti li mettiamo prima di tutto noi. Il primo passo verso il cambiamento è vincere la resistenza al cambiamento stesso. Tentare è sempre meglio che non provare per niente. E ricorda come dice Robysjack:

Non falliscono le persone che provano a cambiare e non ci riescono, ma quelle che si lamentano sempre senza provare.”                                  

Cambiare vuol dire mollare tutto e seguire un proprio sogno, una passione o trovare il modo di integrare la nostra passione con quanto già facciamo. A questo punto è nel confrontarsi con la realtà che facciamo i conti con noi stessi emotivamente e psicologicamente. Trovo sempre utile rileggere i libri di Lucia Giovannini, come ad esempio, Tutta un’altra vita, o Crea il lavoro che vuoi, vere risorse che mi aiutano ad andare oltre e vedere la luce che c’è in me.

Ogni volta riparto sempre da me stessa. Sono grata per la determinazione che non mi fa mollare mai. Nel fare chiarezza mi sento in grado di affrontare qualsiasi tempesta perché sono consapevole che è solo passeggera e ne uscirò sicuramente più forte. In questi viaggi lo yoga, la meditazione ed il respiro, che accompagnano entrambe, mi aiutano a calmare la mente e riconnettermi con me stessa, anche quando la mente razionale mi vuole disorientata. La meta è importante: cambiare è evolversi e rinnovarsi a livello emozionale, psicologico e professionale.

CambiareCambiare non lo si fa con uno schiocco di dita…magari!

A volte è snervante specie se hai diverse idee e non sai da dove cominciare. Prima ti guardi intorno, cerchi di capire cosa vuole il mercato e poi, come afferma Steve Chandler, devi semplicemente scegliere e persistere, lasciarti andare e agire.

Prima di tutto se hai voglia di cambiare, guarda dentro te stesso e ascoltati!

Poi, grazie al web abbiamo la possibilità di avere una quantità inesauribile di informazioni che ci possono aiutare ad indirizzare meglio le nostre energie e trovare soluzioni creative. Lasciati semplicemente ispirare.

Cosa significa per te cambiare?

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Cambiare

5 semplici abitudini per trasformare la tua vita

5 abitudini

Bastano 5 semplici abitudini perché la tua vita sia piena di energia, vitalità e successo. Quando si parla di restare giovani ed avere successo, siamo tutti pronti almeno a provarci. Infondo sono solo 5 abitudini che però richiedono costanza e perseveranza.

Queste sono le 5 abitudini che pratico per iniziare la mia giornata e che da molto tempo rappresentano la routine giornaliera di sempre più persone:

  1. sveglia alle 5 con un bicchiere d’acqua calda, meditazione
  2. fare esercizio fisico
  3. esercizio della gratitudine
  4. esprimere le intenzioni della giornata (tenere un diario)
  5. leggere o fare qualcosa di creativo

Mi è sempre piaciuto svegliarmi presto, godere del silenzio e poi sentire la natura e la città che lentamente si svegliano. Anni fa, a seconda della stagione, iniziavo la mia giornata nuotando o correndo, poi sono passata al cammino veloce, e da ormai alcuni anni preferisco lo yoga.

Certo è un impegno con me stessa, ma la carica di energia e la lucidità mentale con cui mi ritrovo è impagabile.

Alzandomi presto mi resta tempo per fare colazione come si deve privilegiando le proteine e i cereali integrali. Gli zuccheri in effetti è opportuno evitarli, dato che al momento del risveglio la produzione di cortisolo (ormone dello stress, che influisce sull’assorbimento degli zuccheri) è al valore massimo e quindi si potrebbe rischiare un picco glicemico.

Dopo questo risveglio energizzante sono pronta per una giornata produttiva.

 

Quali abitudini consigliano i life coach

Ormai sono sempre più numerosi i life coach che sottolineano quanto sia importante, stabilire e consolidare la nostra routine quotidiana, per ottenere una vita sana e di successo.

In The Miracle Morning Hal Elrod in realtà individua 6 abitudini che se osservate costantemente possono trasformare la tua vita. Secondo Elrod la vita di ciascuno di noi è l’insieme di tutti gli aspetti che ci costituiscono: fisico, intellettuale, emotivo e spirituale. Pertanto, se come insegnano molti saggi, il nostro mondo esteriore è il riflesso del nostro mondo interiore, se ci impegnamo ogni giorno a sviluppare ciascuno di questi aspetti, potremmo diventare la versione migliore di noi stessi e inevitabilmente migliorare la nostra vita.

Elrod sintetizza queste abitudini nell’acronimo SAVERS cioè: S per silence/silenzio, A per affirmations/affermazioni, V per visualization/visualizzazione, E per exercise/esercizio, R per reading/ lettura, S per scribing/scrittura.

Secondo Elrod è bene iniziare la giornata alzandosi alle 5 del mattino, bere un bel bicchiere d’acqua, quindi dedicare 10 minuti a ciascuna di queste attività. Non è indispensabile siano esattamente in questa successione. All’inizio sarà una sfida, ma con la pratica costante per 21 giorni tutto diventerà automatico (questo è il tempo provato perché si crei una nuova abitudine). Gli effetti riguardano la vita personale e la crescita professionale.

Anche Robin Sharma, autore di numerosi best sellers tra cui Il monaco che vendette la sua Ferrari, afferma che alla base di una vita di successo ci sono 5 abitudini fondamentali per la tua evoluzione personale e professionale.

Coach di leader e Ceo di importanti aziende e organizzazioni internazionali, come la Nasa, Microsoft, Nike, GE e Yale University, secondo Sharma le 5 abitudini da integrare nella tua routine giornaliera sono:

  • 1° alzarsi presto (5 del mattino) e fare almeno 20 minuti di attività fisica
  • 2° stabilire gli obiettivi per la giornata e per la settimana in modo dettagliato, senza dimenticare l’esercizio della gratitudine,
  • dare più di quanto le persone si aspettano: ciò ti distingue dagli altri e migliora le tue capacità sociali.
  • 4° imparare ogni giorno qualcosa di nuovo: dedica almeno 60 minuti al giorno ad accrescere la tua conoscenza alimentando la tua curiosità
  • dedicare del tempo alla riflessione personale. Rifletti sui tuoi valori, su te stesso, su chi sei, chi vuoi diventare e quale impatto vuoi avere nel mondo.

Inserire una o tutte queste abitudini nella tua pratica quotidiana, consente di creare nuovi percorsi neuronali e riprogrammare il tuo subconscio. Sharma suggerisce la pratica costante per 30 giorni, affinché si crei un automatismo che diventa l’abitudine integrata alla tua vita. Si crea così una nuova mentalità che ti consente di vedere opportunità anziché difficoltà, di vivere più in armonia con gli altri, con te stesso, di essere più felice ed ottenere la vita che desideri.

 

Perché alzarsi alle 5 del mattino?

Alzarsi alle 5 del mattino sembra disumano, ma come afferma la medicina tradizionale cinese e l’ayurveda, dopo la rigenerazione notturna, il corpo si prepara a lasciar andare ogni peso sia esso fisico che mentale. Al risveglio l’ayurveda consiglia un bicchiere d’acqua calda che aiuta ad idratare e depurare l’organismo. A quest’ora l’esercizio fisico, oltre ad aiutare il corpo a mantenersi in forma, attiva i processi di riparazione delle cellule cerebrali. Il movimento attiva dopamina e serotonina, neurotrasmettitori che aumentano la sensazione di benessere, la motivazione, l’attenzione, la funzione respiratoria, cardio-circolatoria e digestiva, mentre riduce la secrezione di cortisolo che influenza il metabolismo dei lipidi e della glicemia.

Alzarsi presto dà veramente una sferzata alla tua vita. Dopo le iniziali resistenze, ti alzi con maggiore energia, chiarezza mentale per affrontare la giornata in modo più sereno e produttivo.

Scegli l’attività che più ti piace. Inoltre dedica del tempo al silenzio, alla meditazione e alla respirazione, ciò ti aiuta a focalizzarti sulla tua giornata. Pratica la gratitudine: allenta qualsiasi tensione emotiva e cambia il tuo approccio alla vita.

Integra la tua routine scrivendo e leggendo, come consigliano Elrod e Sharma, attività che coinvolgono diverse aree del cervello, stimolando le tue capacità mentali come avviene anche suonando uno strumento, cantando, disegnando, facendo collage o lavorando a maglia.

Personalizza quindi le tue abitudini con quanto ti risuona meglio.

 

Fai fatica ad alzarti alle 5 del mattino?

Prova La regola dei 5 secondi di Mel Robbins: fai il conto alla rovescia partendo dal 5 e vai! Secondo la Robbins, il nostro cervello ha bisogno di 5 secondi per prendere le giuste decisioni, prima che si attivino altri processi mentali che possono portarci altrove. Questo vale in qualsiasi situazione e per qualsiasi decisione si debba prendere.

A questo punto avrai capito che basta automatizzare 5 abitudini che iniziano alle 5 del mattino in 5 secondi e ti trasformano la vita: che dici, entri anche tu a far parte di questa sempre più seguita community?

Queste abitudini sono in realtà solo l’inizio di un processo di trasformazione che ti porta naturalmente a modificarne delle altre, come l’alimentazione, l’utilizzo della tecnologia, il sonno, le relazioni con gli altri. Del resto si comincia, come diceva Giovenale, con: mens sana in corpore sano.

Alcuni principi su cui si basano i metodi proposti da Elrod, Sharma, Robbins e numerosi altri coach, sono simili a quelli di discipline secolari come la medicina tradizionale cinese e l’ayurveda. Nuovo è senza dubbio l’accento che tutti pongono su quanto la realizzazione personale ed il successo, siano strettamente collegati al benessere fisico e mentale. Credo che il merito di ciò, debba essere riconosciuto allo studio e allo sviluppo della psicologia e delle neuroscienze, che continuano a fornire conoscenze e strumenti utili per sviluppare le nostre potenzialità personali e professionali.

E tu come cominci la tua giornata, condividi qui le tue abitudini  🙂

5 abitudini

 

Il respiro: energia pura che trasforma la tua vita

respiro

Il respiro è la prima azione che facciamo quando nasciamo e l’ultima quando ce ne andiamo.               

E’ la sorgente di energia più importante del nostro corpo, e fonte di nutrimento per l’umore e le emozioni. Possiamo vivere fino a 30 giorni senza mangiare, 3 giorni senza bere, ma solo 3 minuti senza respirare.

Tutti respiriamo, ma quanti di noi respirano correttamente?

In condizione normali respiriamo circa 12 volte al minuto, quindi in una sola giornata respiriamo circa 15.000 volte. Perciò un piccolo difetto nell’atto respiratorio viene ripetuto 15.000 volte al giorno. Forse è il caso di rifletterci, specie per le conseguenze che questo errore può portare con sé.

Finchè siamo bambini il respiro è naturale, senza saperlo respiriamo correttamente quando ridiamo, piangiamo, ci divertiamo o ci addormentiamo e la respirazione si adatta alle necessità del nostro organismo.

Crescendo si entra in relazione con gli altri e con l’ambiente, e questo meccanismo subisce l’effetto di emozioni come paura, gioia, eccitazione, tristezza e ansia. Cause stressanti come un rimprovero, la paura di un’interrogazione a scuola o la tensione per un colloquio di lavoro, contribuiscono a bloccare il fluire del respiro naturale.

Il respiro è fondamentalmente un’attività autonoma sulla quale a volte puoi intervenire volontariamente: pensa quando trattieni il fiato, nuoti in apnea o inspiri profondamente. Altre volte invece, il respiro si fa veloce e superficiale come quando hai  paura, sei in ansia o quando in preda ad un attacco di panico ti “sembra” ti manchi l’aria e la respirazione è forzata.

Il respiro è un’attività tutt’altro che semplice: non è solo assumere ed emettere aria, ma un elemento fondamentale per la salute ed il benessere psico-fisico.

Molti di noi, ahimè, di aria ne respirano proprio poca affamando letteralmente le proprie cellule. I nostri polmoni hanno una capacità vitale tra i 4,5 lt e 6,5 lt, in realtà utilizziamo solo 1lt o 1,5 lt. Una respirazione disfunzionale impedisce un’ossigenazione corretta dei tessuti, aumenta il livello di stress nell’organismo con effetti dannosi su tutti gli organi e le ghiandole del corpo, che si evidenziano nel lungo periodo.

Se sei stressato, le tue idee faticano a fluire, manca la chiarezza necessaria e tutto sembra più complicato. In questo stato il respiro è superficiale e frequente, il che determina un ridotto apporto di ossigeno a tessuti e organi, cervello compreso. La scarsa ossigenazione fa si che il sangue acidifichi e per una macchina meravigliosa come il nostro corpo, che funziona perfettamente in ambiente alcalino, questa diventa una situazione decisamente sfavorevole.

 

RespiroBasta un respiro per cambiare

Molteplici sono gli studi scientifici che provano quanto una respirazione corretta porti benefici al nostro corpo e alla nostra mente.

Una respirazione profonda calma la mente, porta chiarezza, riduce la produzione di cortisolo (l’ormone dello stress) ed endorfine, alcalinizza il sangue con un apporto migliore di ossigeno ai tessuti. Inoltre migliora la circolazione vascolare, la digestione, la motilità intestinale ed aumenta le difese immunitarie.

Grazie alla respirazione, riesci ad allentare la tensione, affrontare ogni situazione con maggiore lucidità e a gestire le emozioni. Come afferma Lucia Giovannini “il respiro è uno strumento potente per il riequilibrio emozionale e psico-fisico”.

Lo puoi provare in qualsiasi momento, anche ora: fermati un attimo, chiudi gli occhi e concentrati sul respiro, inspira dal naso profondamente, trattieni per qualche secondo e quindi espira dalla bocca. Ripetilo 4 o 5 volte.

Ti senti già più rilassato, vero? E non solo, pensa che hai appena dato l’incipit alla tua mente e al tuo corpo per funzionare meglio.

Questo semplice quanto potente esercizio, fatto regolarmente ti consente in qualsiasi momento di riprendere il controllo della tua vita e della tua salute.

Una sana educazione respiratoria può fornirti gli strumenti per fare molto di più e potenziare il tuo benessere fisico e mentale e vivere meglio.

 

respiroUn respiro può trasformare la tua vita

Ci sono tre tipi di respirazione: addominale, toracica e clavicolare. La migliore è senza dubbio quella addominale che agendo sul diaframma favorisce una stimolazione completa dei polmoni e quindi un efficace scambio ossigeno/anidride carbonica.

Respirare adeguatamente non è solo un meccanismo di scambi gassosi, significa diventare più consapevole di te stesso, del tuo corpo, della tua mente. Imparare a respirare è entrare in connessione con le tue emozioni e riconoscere la tua anima.

E’ incredibile cosa puoi scoprire semplicemente respirando.

Puoi imparare a respirare in modo adeguato attraverso diverse discipline, devi solo scegliere quella che risponde maggiormente al tuo sentire.

L’educazione respiratoria sta alla base di molte tecniche come l’educazione posturale nelle sue diverse scuole – Feldenkreis, Mézièr, Back School -, lo yoga nelle sue svariate tecniche, la meditazione, il breathwork e il respiro circolare consapevole.

Oltre ai benefici fisici, a cui ho già accennato in breve tempo potrai ritrovarti non solo con una muscolatura più tonica, un’efficace attività cardio-respiratoria, una migliore funzionalità gastro-intestinale, ma soprattutto scoprirai un maggior equilibrio emozionale.

La rimozione di blocchi emotivi, spesso ti consente di eliminare disagi fisici come ad esempio quel mal di testa o quella sciatalgia ricorrente, che anche i farmaci tradizionali hanno solo alleviato.

Del resto corpo e mente sono strettamente connessi e come dice Rossella Panigatti, “le emozioni parlano, e se non le ascoltiamo ci ammaliamo”. Spesso infatti, una malattia è l’espressione di una paura o una trauma che una volta affrontate vedono il risolversi anche della patologia.

Per esperienza, ti posso assicurare che è assolutamente vero.

Tempo fa mi sono trovata bloccata a causa di un attacco di sciatica. Il dolore era tale che riuscivo a fatica respirare. Era la prima volta che mi succedeva e il primo pensiero è stato “dove non voglio andare?”.

In quel momento non potevo fare molto così ho chiesto aiuto alla medicina tradizionale, ma appena è stato possibile ho cercato un osteopata per fare una seduta di cranio-sacrale.

Già dopo la prima seduta, mi sentivo sollevata. Quello che più mi ha sorpreso è che mi ha fatto principalmente “respirare”. Stavo vivendo un momento particolare di stress ed il mio diaframma si era bloccato: tenevo tutto sotto controllo non tanto fisicamente, quanto emotivamente e il mio corpo aveva detto “è ora che ti fermi e rifletti”.

Quello è stato l’inizio di un percorso che mi ha poi portato al respiro circolare consapevole o rebirthing. Un’esperienza meravigliosa, più da fare che da raccontare, che ti porta a toccare la tua storia emotiva.

Grazie al respiro consapevole, impari una tecnica respiratoria, che diventa la soluzione a molte problematiche, entri in contatto con la tua anima, senti le tue emozioni, impari a riconoscerle e a lasciarle andare quando serve.

Nel mio viaggio personale mi accompagna sempre anche lo yoga e la meditazione. Gli esercizi di pranyama sono la base della mia pratica quotidiana, mi consentono di cominciare con vitalità la giornata, ma anche di affrontare momenti di tensione, rabbia o dolore. Il tempo dedicato è prezioso perché aiuta a crescere.

Il respiro ha reso la mia vita migliore. Ora tocca a te?

Scegli il percorso che preferisci, ma scegli di respirare, cambierà la tua vita!

Respiro

Il viaggio più difficile: tra emozioni, paure, scoperte.

Viaggio in me

“Il viaggio più difficile di un essere umano è quello che lo conduce dentro sé stesso alla scoperta di chi veramente egli è.”               

   Carl G. Jung

Sì il viaggio più sorprendente è effettivamente quello che si intraprende in noi stessi, la fatica e il dolore che l’accompagnano valgono però la meta: la consapevolezza e l’amore per noi stessi.

Domande “chi siamo” e “dove andiamo” sono da sempre oggetto di studi filosofici. Basti pensare a Seneca nella sua lettera a Lucilio quando scrive citando Socrate: “Perchè ti stupisci se i lunghi viaggi non ti servono, dal momento che porti in giro te stesso?

Il più delle volte ammettere il nostro “mal-essere” e smettere di fuggire affrontando la nostra anima, potrebbe essere il primo passo per creare quel dialogo interiore armonioso di cui sempre più spesso sentiamo il bisogno.

Anima, essenza, consapevolezza, parole importanti che ci definiscono e sono parte di noi. Per alcuni sembra siano nel loro DNA, per altri queste meravigliose realtà non sono nemmeno pensate o nominate; per me sono obiettivi da raggiungere nella mia ricerca quotidiana di capire e sentire.

Ciascuno ha senza dubbio il proprio cammino, personalmente mi fa sentire meno sola pensare che altri cercano di fare chiarezza dentro di sè.

Limitandoci a tempi moderni, dagli anni 60’ col nascere del movimento hippie dei “figli dei fiori”, i viaggi spirituali in l’India alla ricerca di sè, ad oggi, abbiamo assistito alla crescita e alla diffusione di un’offerta sempre più vasta di strumenti e discipline in cui trovare una guida competente che ci aiuti nel nostro cammino. Oltre alla tradizionale psicanalisi, siamo diventati sempre più familiari a PNL, coaching di vario genere, approcci quantistici, counseling o simili, a libri sulla crescita personale e di autoaiuto.

Si tratta solo di scegliere quello che maggiormente risuona per noi. Ci sono tanti tipi di viaggi e di percorsi, ciascuno quando è pronto sceglie il proprio.

Il mio viaggio

Viaggio in me stessa da anni, ho iniziato scalfendo la superficie della mia anima con tentativi maldestri per aprirmi un varco verso la mia essenza, mentre grandi e piccole paure minavano e ancor oggi tentano di sabotare il mio percorso verso una consapevolezza più profonda.

Ho sempre letto molto fra tanti anche Gibran e Bambarén, di quest’ultimo ho apprezzato le sue visioni della vita e del cuore umano, il sogno e l’ascolto. Ho cominciato a chiedermi “qual è il mio sogno?”, “cosa voglio veramente?”.

L’incontro con i libri di Osho, Krishnananda ed Ekhart Tolle hanno segnato la svolta.

Ho cominciato a capire che non ero sbagliata come credevo e a volermi bene, trattandomi con meno severità. Cambiando l’approccio con me stessa ho iniziato ad essere più serena anche con gli altri.

Quando sentivo affiorare rabbia o delusione cercavo di trovare la risposta dentro di me e non più fuori, come normalmente ero portata a fare. Le parole di Krishnananda mi hanno fornito una chiave di lettura nuova di me stessa e della realtà, aiutandomi a crescere.

Nel mio viaggio mi sono imbattuta nel neurotraining, una disciplina olistica innovativa, che mi ha regalato nuove prospettive: ho imparato che “siamo ciò che pensiamo”, che ogni cosa è opportuno vederla almeno da tre diversi punti di vista, mi ha reso più consapevole dei miei pensieri, delle parole con cui mi esprimo, di come funziona il mio corpo, la mia mente e come devono essere nutriti. Si è avviato un processo lento, ma costante che continua a portare benefici e benessere nella mia vita di ogni giorno. Perché è vero: se cambi i tuoi pensieri e si creano nuovi percorsi neurologici, anche la tua vita cambia.

Nel cambiamento e nell’evoluzione è nata l’esigenza di unire benessere fisico e mentale: yoga e meditazione, sono stati la risposta più naturale, insieme ad uno stile di vita più sano. Mi si è aperto un mondo, mi sento bene con me stessa e lentamente sto facendo miei strumenti meravigliosi come il respiro che mi consente di sgombrare la mente e aprirmi al mio sentire.

Tutti passi importanti in questo mio viaggio che ogni giorno si arricchisce di nuove esperienze, nuove emozioni e di quella consapevolezza necessaria per vivere in armonia con me stessa.

Quante volte avranno detto anche a te: “se ti ascolti in fondo sai cosa vuoi” sembra facile, in realtà strati di condizionamenti e credenze rendono spesso difficile anche solo percepire qualche sensazione confusa. Eppure sentire è realmente la risposta.

Imparare ad ascoltarti, sentire ciò che la tua anima ti dice. Per farlo bisogna lasciarsi andare, lasciar andare ogni resistenza solo allora ecco la magia. Tutto sembra d’improvviso più chiaro ed evidente.

Intraprendere questo viaggio è un atto di coraggio: non sai cosa incontrerai lungo il cammino, ma sei spinta dalla volontà di essere, di esistere e di sentirti finalmente nel posto giusto.

Il mio viaggio continua, ho ancora tanta strada da fare, ma quanto fatto finora mi rende orgogliosa di me stessa. So di essere una guerriera coraggiosa e niente può fermarmi.

E il tuo viaggio come sta andando? Sei anche tu un guerriero coraggioso?

Condividilo con me, è il modo migliore per crescere insieme <3

viaggio

Viaggiare: si viaggiare per piacere o per lavoro, basta viaggiare

ViaggiareViaggiare: wow solo nel pronunciare questa parola mi si allarga il cuore come se respirassi a pieni polmoni. Per me viaggiare significa un mondo da scoprire, ma anche confrontarmi con un mondo di emozioni.

Tutti vogliono viaggiare, tuffarsi in luoghi vicini e lontani alla scoperta di panorami mozzafiato. Viaggiare per molti significa staccare la spina per un po’ per rigenerarsi, per altri vuol dire ampliare i propri orizzonti. A volte lo si fa per seguire un amore, altre per un’opportunità di lavoro.

Quand’ero più giovane viaggiare era aprire una parentesi necessaria a rendere possibile, nel momento in cui la chiudevo, tutto il resto della mia vita. Ogni volta che rientravo da un viaggio, pensavo sarebbe stato favoloso poter lavorare viaggiando e rientrare solo per un po’ prima di ripartire.

viaggiareQuando i viaggi di piacere sono diventati per lavoro è stato un sogno che si realizzava. Accettando di lavorare all’estero ho cominciato a misurarmi con la realtà di vivere ogni volta in un paese diverso, crearmi una vita da zero, una sfida dove potevo contare solo su me stessa. Ho iniziato con qualche mese per poi trovarmi lontana da casa per periodi sempre più lunghi. Ritornare a casa era bello, ma un po’ come quando si va in vacanza, l’euforia di ritrovare la famiglia, gli amici, ciò che mi era familiare… ebbene si le cose si sono invertite.

E’ così ho cominciato a sentirmi in qualche modo senza salde radici. Le “vacanze” a casa pensavo fossero necessarie per recuperare una sorta di vita “normale” che con il tempo però è diventata sempre più vuota.

All’inizio sembra facile tenere i contatti con la famiglia, gli amici, ma a un certo punto tu non ci sei e la vita continua per tutti, come è giusto che sia, si creano nuovi equilibri e quando torni di fatto no hai più un ruolo e fatichi a ritrovarti in quella realtà.

Cambia la tua visione della vita, cambiano le tue priorità, i tuoi interessi così come cambiano quelli degli altri. C’est la vie.

Viaggiare ha ampliato sicuramente i miei orizzonti, mi ha resa flessibile, adattabile, qualità importanti quando sono all’estero, ma talvolta poco spendibili a casa, forse perché semplicemente entro in una modalità diversa, che mi fa sentire bene ovunque e al tempo stesso da nessuna parte.

Pensavo sarei riuscita a mantenere in equilibrio queste due vite, in realtà non è così semplice. Più di qualche errore ha contribuito a far si che a parte ad aver avuto splendide esperienze e conosciuto luoghi meravigliosi, abbia dedicato più spazio al lavoro a scapito della mia vita personale. Ops… mi sono dimenticata di qualcosa…

Resta comunque il desiderio di andare, di viaggiare e integrarsi e gioire per un po’ in quella nuova realtà.

Questi anni in cui ho lavorato viaggiando sono stati una grande scuola in cui ho imparato a stare sola senza soffrire di solitudine ed affrontare ogni cosa come una grande opportunità. Sono grata per quello che ho vissuto e talvolta mi sembra quasi impossibile sia già passato tanto tempo dalla mia prima valigia a lungo termine. Non rinuncerei a nulla di quanto ho vissuto, cercherei solo un po’ più di equilibrio e lungimiranza.

Se domani mi offrissero la possibilità di lavorare dall’altra parte del mondo credo ci penserei un attimo, per poi forse dire: “perché no”, metto la mia vita in una valigia e sono pronta per un’altra avventura.

Arriva però un momento in cui fermarsi diventa un’esigenza forte pe capire se si vuole proprio ripartire o se invece è tempo di viaggiare come fanno tutti, per prendersi una vacanza.

Si comincio ad aver voglia di mettere radici, avere una vita sociale normale senza tempo, tuffarmi in quella vita fatta di piccole routine che per una vita forse ho rifuggito o non ho mai avuto desiderio di creare.

Ora che dovrei puramente in forma teorica avere una vita codificata e pianificata all’interno del sistema, è invece arrivato il momento di ricominciare da zero.

Ricomincio da me con un viaggio ovviamente: un viaggio speciale che in realtà ho iniziato molto tempo fa e che probabilmente è quello che mi ha sostenuto negli anni.

Viaggiare infatti non è solo andare fuori di noi, il viaggio più interessante è quello che intraprendiamo dentro noi stessi e ci fa scoprire quanto siamo speciali.

Ma di questo mio viaggio ti parlerò nel mio prossimo post.

Seguimi e fammi sapere cosa ne pensi 🙂

viaggiare

Un libro può cambiarti la vita…

Un libro può cambiarti la vitaA volte sembra impossibile, eppure un libro può veramente farti guardare la vita da una diversa prospettiva. Osho per me è stato l’inizio del cambiamento.

In realtà il mio primo incontro fortunato è stato con Il Profeta di Gibran. Un libro che ha dato voce all’esigenza di iniziare un viaggio verso un modo di sentire più vicino al mio. Lungo il cammino ho scoperto Bambarèn con Il Delfino che, in modo semplice e favolistico, mi ha fatto capire quanto sia importante coltivare i propri sogni, e come la natura ci possa essere amica nel ritrovare l’energia necessaria per realizzarli. Coelho poi, con i suoi libri, ha alimentato il mio mondo emotivo è l’ha animato di sentimenti.

Ma la svolta è arrivata con Osho e “Il benessere emotivo“. Non era la prima volta che mi avvicinavo al suo pensiero, ma anni prima non riuscivo proprio a leggerlo. Evidentemente non ero pronta. Invece quel giorno c’era qualcosa di speciale, quella copertina chiara, quell’uomo così sereno mi attirava a sé come un magnete.

Ebbene sì è stato amore. Attraverso le parole che dolcemente si srotolavano fra le pagine, Osho mi ha indicato la via per prendere coscienza di me stessa e amarmi. Un amore che esprime la libertà del cuore svincolato dalla mente. Prendere confidenza con noi stessi non è per tutti così scontato. Niente mai è scontato. Eppure alcuni non sentono questa esigenza in tutta una vita.

Questo libro ha segnato un nuovo inizio. Giorno per giorno ho affrontato le mie paure, i miei dubbi, la mia timidezza. Ho dato loro un nome e mi sono ritrovata colma di gioia e di amore. In questi anni è come se stessi rinascendo. Quel libro è stato l’incipit verso un percorso di approfondimento e di crescita. Mi ha rivelato un mondo di emozioni, quelle che avevo represso, ma anche sentimenti forti e positivi.

Grazie a quel libro, che come una coperta di Linus mi portavo sempre appresso, ho conosciuto persone meravigliose che mi hanno avvicinato maggiormente al pensiero di Osho e ad autori come Krishnananda che si ispira ai suoi insegnamenti.

Con una serenità e una libertà mai conosciuta prima, il mio viaggio continua.
Fra qualche giorno sarò per la prima volta all’Osho Festival di Viareggio. Una nuova avventura dove le emozioni saranno tante e l’energia sicuramente splendida.

I libri sono linfa per la mente, emozioni per il cuore. Ne basta uno per cambiarti la vita.

E tu? Qual’è il libro che ti ha aperto un mondo?

Un libro speciale

Una foto : uno scrigno di ricordi e di emozioni

Foto New YorkNelle foto fermiamo minuti della nostra vita che a volte vivono per poco, prima di essere dimenticati nel back up di qualche dispositivo. Nell’epoca 2.0 le condividiamo ovunque, ma è riscoprire le sensazioni vissute che alimenta l’anima.

Una foto è un mondo di emozioni e di ricordi. In questi giorni sto facendo un po’ d’ordine in cassetti reali e virtuali e riguardare le foto mi ha riempito gli occhi e il cuore.

Fino a qualche anno fa, mi nascondevo dietro una cortina di timidezza e non mi lasciavo fotografare. Oggi rimpiango quei momenti perché mi rendo conto che mi sono persa qualcosa d’importante.

Foto Fogo - Capo VerdeComunque, dopo anni passati dietro l’obiettivo a fotografare luoghi stupendi, tramonti mozzafiato, amici ed amori indimenticabili, oggi riscopro un desiderio immenso di ritrovarmi anch’io fra quelle immagini che conservo con tanto amore.

Le foto sono tessere importanti di quel mosaico incredibile che è la nostra vita. La colorano con emozioni e ricordi che tornano vivi ogni qualvolta le rivediamo.

Un giorno il figlio di un’amica diceva: “non importa se hai perso le foto intanto le ho tutte nel mio cuore”. Parole bellissime, ma vere a metà, perché purtroppo la nostra mente a volte ci fa qualche scherzo: i volti sbiadiscono, i dettagli si perdono. E allora?
Allora continuiamo a fotografare. Fermiamo la nostra memoria ed i momenti che viviamo, perché a volte il cuore non basta per ricordare. Ritroviamoci nelle foto e stampiamole!

Sarò antiquata, ma sfogliare un album, toccare le immagini è diverso dal vederle su di un monitor.

Le foto a cui tengo di più le porto con me in borsa, non c’è telefonino che tenga. Sapere che mi sono accanto mi rende serena, come se così fossi più completa.

Ora però voglio anche le “mie” di foto. Sì perché mi sono resa conto di avere fotografato tanto, ma d’essere stata sempre dietro l’obiettivo e ben poco davanti. Mi mancano tanti momenti, forse i più teneri ed affettuosi che forse oggi mi farebbero gli occhi lucidi, ma sono parte della mia vita. Una testimonianza che talvolta serve anche per ricordare quante cose belle abbiamo vissuto.

Le foto sono cariche di sensazioni. Per me sono ricordi, bei ricordi che sono felice esistano, siano parte di me e rivivano in quello che sono, che faccio, che dico. Mi accompagnano nel presente e con serenità mi portano verso il futuro.

Verso altre foto…altri ricordi…

Non credo ci rubino l’anima, ma anzi ogni volta che le guardiamo ce la rendono carica di energia.

E tu che pensi delle foto? Ti piace ritrovarti in esse o preferisci stare dietro l’obiettivo?

Foto spiaggia